Era figlio di un brigatiere in Servizio a Roccabascerana
da "Ottopagine" del 29.4.09
mercoledì 29 aprile 2009
Omicidio a Benevento, la folla aggredisce troupe televisiva: nessuno ci ha aiutati
da "www.ilmattino.it" del 28.4.09
BENEVENTO (28 aprile) - Una troupe televisiva è stata aggredita da una ventina di persone al rione Libertà di Benevento dove ieri mattina è stato ucciso con tre colpi di pistola Cosimo Nizza, che si trovava su una sedia a rotelle.
L'operatore Carmine Limata ed il giornalista Peppino Vaccariello, dell'emittente televisiva Rete Sei di Cervinara (Avellino), si erano da poco fermati all'incrocio di via Cocchia, nei pressi dell'agguato avvenuto ieri, per girare alcune immagini.
Improvvisamente, il cameraman è stato aggredito alle spalle da una decina di persone che lo hanno preso a calci e pugni. Qualcun'altro nel frattempo gli ha strappato la telecamera di mano e l'ha sbattuta contro il parabrezza del furgoncino delle televisione dicendo in dialetto: «Qui non si fanno film, c'è stato un morto».
Quando il giornalista ha provato a scendere dall'auto per andare in soccorso dell'operatore è stato aggredito anche lui con calci e pugni e sconosciuti hanno rotto anche il finestrino laterale dell'auto che si è frantumato sul volto del giornalista (...)Dopo l'arrivo della polizia, Limata e Vaccariello sono stati ricoverati all'ospedale Rummo di Benevento. Hanno evidenziato che «l'aggressione è avvenuta tra l'indifferenza della gente che non ha alzato un dito per evitare il linciaggio». (Continua)
martedì 28 aprile 2009
Veronica Lario: "Le veline candidate? "Ciarpame senza pudore per il potere"
Da "Repubblica" del 28.4.09
"Ciarpame senza pudore". Il vaso si è colmato di nuovo e Veronica Lario esplode come già fece alla fine di gennaio di due anni fa con la famosa lettera a Repubblica. Questa volta, la moglie del premier attacca sull'uso delle candidature delle donne che a suo avviso si sta facendo per le elezioni europee.
"Voglio che sia chiaro - spiega - che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire".
"Qualcuno - osserva Veronica Lario - ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell'imperatore. Condivido: quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere" (Continua)
mercoledì 22 aprile 2009
martedì 21 aprile 2009
sabato 18 aprile 2009
Il Sindaco del Comune dell'Aquila chiese aiuto alla Presidenza del Consiglio prima del sisma
da "Repubblica" del 18.4.09
di GIUSEPPE CAPORALE
L'AQUILA - Una richiesta d'aiuto. Cinque giorni prima della tragedia. Contenuta in un telegramma urgente. Una richiesta rimasta inascoltata. Mittente, il Comune dell'Aquila. Destinatari, la presidenza del Consiglio dei ministri (dipartimento della Protezione civile), il governatore della Regione Gianni Chiodi, l'assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stati e la Prefettura dell'Aquila. Oggetto: una istanza per la dichiarazione dello "stato d'emergenza" per la città dell'Aquila, assieme alla segnalazione dello sciame sismico in corso, e di gravi lesioni ad edifici pubblici e privati. Per colpa del terremoto.
Già, perché all'Aquila il terremoto c'era già, da mesi, con una frequenza sismica ormai quotidiana. La scossa del 30 marzo scorso (con un quarto grado di magnitudo) aveva poi scatenato il panico in città con l'evacuazione di diversi uffici pubblici, oltre a lesioni gravi per migliaia di palazzi(...)
venerdì 17 aprile 2009
sabato 11 aprile 2009
venerdì 10 aprile 2009
Bare bianche, lacrime e dolore. L'addio alle vittime del terremoto
da "Repubblica" del 10.4.09
Sono funerali di Stato quelli di oggi. Funerali di una tragedia che ha segnato l'intero Paese. E che ha aperto gravi interrogativi sulle responsabilità. Alla spicciolata arrivano le autorità. Il presidente Napolitano, i presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani, il ministro dell'Interno Maroni e il sottosegretario Letta, il segretario del Pd Dario Franceschini, l'ex presidente Ciampi. Arriva anche Berlusconi che punta verso i familiari delle vittime. E' commosso, stringe mani e abbraccia. Si siede tra i parenti, una strana smorfia di dolore, quasi d'incredulità, sul volto. Le mani intrecciate che, in certi momenti oscillano dall'alto al basso, come a porre una domanda senza risposta. Più tardi, verso la fine delle esequie, raggiungerà i posti riservati alle autorità (...)
All'esterno una fila interminabile di carri funebri attende la fine dei funerali. La maggior parte della bare saranno sepolte nel cimitero dell'Aquila. Fuori i volontari non si fermano. Continuano a scavare tra le macerie. Nonostante le scosse non smettano di far tremare la terra.
mercoledì 8 aprile 2009
martedì 7 aprile 2009
Nuova forte scossa all'Aquila. 5,3 Richter, crolli e tanta paura
Da "Repubblica" del 7.4.09
I sismografi marcano 5,3 gradi Richter, appena quattro decimi più lieve della terribile sciagura di domenica notte: epicentro tra i Comuni di Fossa, Rocca di Cambio e Sant'Eusanio Forconese, nell'entroterra dell'Aquila. La si avverte nettamente in mezza Italia, da Roma alla costa abruzzese e marchigiana, ma è nel centro di L'Aquila e nei paesi già devastati dal sisma che gli edifici tornano a tremare come foglie. Il campanile dalla chiesa di Poggio Picense vien giù come un gioco di sabbia, e lo stesso fa un'altra ala della chiesa di santa Rufina a Roio, già mezza devastata.
lunedì 6 aprile 2009
sabato 4 aprile 2009
Manifestazione della CGIL a Roma: oltre due milioni di manifestanti
Per il presidente dei senatori del PdL Gasparri, "inutili carnevalate"
"Le misure a sostegno dei lavoratori, delle imprese, delle famiglie il governo le ha prese e continuerà a prenderle il governo con responsabilità, con i fatti e lasciando ad altri inutili carnevalate". Il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri attacca così il corteo della Cgil. E trova sponda nel ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta che definisce l'iniziativa del sindacato "una scampagnata che muove risorse, ristoranti, autobus, quindi è un fatto positivo per la ripresa economica" (continua)
Da "Repubblica" del 4.4.09
giovedì 2 aprile 2009
mercoledì 1 aprile 2009
Miserabile Italia: clandestina denunciata dai medici dopo il parto al Fatebenefratelli.
Un fax alla polizia contro una madre clandestina della Costa d'Avorio. Ma la contestata legge non è ancora in vigore
di Conchita Sannino
da "Repubblica" ed. Napoli del 31.3.09
Ora Abou sorride in una culla povera, dentro le case-alveare per immigrati clandestini o regolari di Pianura. È un neonato nero che non sa di avere ventisei giorni di vita e, alle spalle, già un'amara esperienza del mondo. Abou è il volto di un caso politico e sociale. Forse la prima volta in Italia in cui una norma - quella voluta dalla Lega nel pacchetto sicurezza, quella che invita i medici a denunciare i pazienti senza permesso di soggiorno: ma a tal punto controversa da avere spaccato persino i compattissimi deputati del Pdl - è stata applicata prima ancora di diventare tale. La storia di Abou e di sua madre Kante è il percorso sofferto di tante vite clandestine, costantemente in bilico tra vita e disperazione, morte e rinascita. Kante è vedova di un uomo ucciso, quattro anni fa, dalla guerra civile che dilania la Costa d'Avorio e la sua città di Abidjan. Rifugiatasi in Italia nel 2007, inoltra subito richiesta di asilo politico, che le viene negato due volte: e attualmente pende il ricorso innanzi al Tribunale di Roma contro quella bocciatura.
Intanto, stabilitasi a Napoli, Kante si innamora di un falegname di Costa d‘Avorio, resta incinta, si fa curare la gravidanza difficile presso l'ospedale San Paolo, con sé porta sempre alcuni documenti e la fotocopia del passaporto, trattenuto in questura per un'istanza parallela di permesso di soggiorno, non ancora risolta.Quando - il 5 marzo scorso - Kante arriva all'ospedale Fatebenefratelli per partorire il suo bimbo ("al San Paolo non c'era un posto"), dal presidio sanitario scatta un fax verso il commissariato di polizia di Posillipo che chiede "un urgente interessamento per l'identificazione di una signora di Costa d'Avorio". Ovvero: la denuncia. Esattamente ciò che la contestatissima norma - voluta dalla Lega nell'ambito del pacchetto sicurezza, e già approvata al Senato - chiede.
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