mercoledì 9 settembre 2009

Consolati. Rinviata la chiusura di Detroit e Philadelphia?


Da "Americaoggi" del 24.7.09

Consolati chiusi. Consolati aperti. Che succede a Philadelphia e Detroit?
(...) Scrivono in una nota congiunta i deputati del Pd eletti all'estero Franco Narducci, Marco Fedi, Fabio Porta, Gino Bucchino, Gianni Farina, Laura Garavini. "Il testo presentato da Franco Narducci e Aldo Di Biagio ha trovato l'adesione non solo degli altri eletti all'estero del Pd e del Pdl, ma anche di molti esponenti di maggioranza e minoranza. Nella risoluzione si affacciano con grande respiro le molteplici implicazioni che la chiusura di diecine di consolati avrebbero avuto, da quelle di natura economico-commerciale a quelle turistiche, dalla maggiore difficoltà nei rapporti con le autorità dei paesi di residenza alla limitazione dei servizi destinati all'utenza crescente di cittadini italiani, dall'ulteriore appesantimento del lavoro per il personale consolare, progressivamente ridotto e gravato da funzioni sempre più numerose all'irrisorio risparmio di risorse finanziarie".(...) Un sacrificio di circa 410.000 cittadini italiani, che per ottenere i servizi che spettano loro dovranno in futuro affrontare viaggi anche di 500 Km. Si pensi ad esempio agli abitanti delle Isole Frisoni per raggiungere il Consolato Generale di Hannover, subentrante per competenza in caso di chiusura a quello di Amburgo; per non parlare poi di distanze come in Australia, dove i connazionali che finora si rivolgevano al Consolato di Brisbane dovranno arrivare fino a Sydney. Queste sono esigenze tutelate dalla legge sulla cittadinanza ed anche dalla Costituzione della Repubblica Italiana che all'art. 3 recita: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personale e sociali. Un cittadino in Italia infatti per ottenere i servizi che gli spettano si rivolge al proprio comune o alla propria prefettura, senza dover fare chissà quanti chilometri.Perché ciò non deve valere anche per gli italiani all'estero?

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