lunedì 9 marzo 2009

Un tasto “RESET” per l’Irpinia che rischia.


Quale scenario dobbiamo immaginare per l'Irpinia se alle prossime elezioni provinciali dovesse prevalere la destra berlusconiana? Non è difficile ipotizzare quello che potrebbe succedere nella nostra Provincia. Del resto sono gli stessi elettori di destra a conoscere la strategia che Berlusconi attua quando “conquista” un territorio ed “insedia” i suoi “luogotenenti”. E' accaduto in Sardegna. Tutti conoscevano le mire del Cavaliere su questa splendida Isola. E, all'indomani della vittoria di Cappellacci, il governo incassa il primo "sì" convinto della Regione all’avvio della più grande speculazione edilizia di tutti i tempi, con la scusa della crisi. Un altro esempio ci viene proprio dall’Irpinia. Come hanno reagito infatti i nostri numerosi parlamentari di centro-destra (ben otto) di fronte l'enorme "scippo" che si è fatto con l’esclusione dell’Irpinia dal riparto dei fondi CIPE? Con il silenzio e rinnovata fedeltà al re! Potrebbe un presidente-suddito della Provincia di Avellino reagire, ad esempio, di fronte alla decisione del governo nazionale di portare ad Avellino tutta la "munnezza" d'Italia? Quale Cappellacci di turno in Irpinia potrebbe mai rifiutarsi di accettare a capo chino l’esclusione della Provincia da investimenti per lo sviluppo e la realizzazione di importanti infrastrutture, così come già hanno fatto i nostri otto parlamentari di destra?
E’ appunto questo l’unico scenario ipotizzabile in Irpinia di fronte alla deriva di destra.
Eppure c’è da chiedersi come sia possibile che la nostra Provincia, storico baluardo progressita, rischi oggi concretamente di diventare l’ennesimo feudo berlusconiano. E se il rischio è concreto, allora perché viene ignorato? E da chi? Lo ignorano i cosiddetti demitiani, i quali probabilmente si ritroveranno nelle fila de(gl)i (as)soldati di sua maestà il Cavaliere, senza neanche accorgersene (dipende infatti da come il loro leader deciderà all’ultimo momento). Lo ignorano coloro i quali, rifiutandosi di deporre le armi e mettere fine ad una vergognosa ed orrenda guerra civile che si combatte ad Avellino e Provincia da oltre un anno, rinunciano a contrastare insieme il nemico comune che avanza. Lo ignorano certamente gli amministratori provinciali uscenti, i quali si accapigliano per una poltrona virtuale e non si rendono conto che bisogna vincerle, le elezioni, per sedere su quelle poltrone! Tali personaggi ignorano che è sempre più folto l’esercito di coloro che non andranno a votare, o che voteranno a destra perché schifati dalle beghe di palazzo di questo “torpido” Centro-Sinistra.
Complice la crisi, è vero, ma primo responsabile resta il fallimento di quei presìdi-simbolo del progetto di Centro-Sinistra, come la Provincia e la Regione Campania. O ignoriamo anche questo? Se la Provincia cade, poco importa di chi sia la colpa. Per l’elettore-esule (così descrive l’astensionista di centro-sinistra Ilvo Diamanti) è il Centro-Sinistra che ha fallito e capro espiatorio resta chi è a capo di quella coalizione, anche se ha operato bene.
Per riconquistare gli esuli, i gruppi dirigenti del Pd dovrebbero rinunciare ai giochi di palazzo, a parlar di se stessi per "parlare nuovamente alle persone", come ha scritto Michele Serra. Qualcuno suggerisce di copiare una politica di un noto estremista, Barack Obama. Ma forse anche meno, secondo Diamanti. Basterebbe una politica. E la ricetta per superare questo empasse in Provincia di Avellino? Obama con Hillary Clinton ci insegna che ha volte bisogna fare un po’ d’autocritica. I nemici di sempre (di sempre?) forse non sono così “canaglia” come li abbiamo dipinti. Riflettiamo e corriamo ai ripari. Anche per l’Irpinia dunque un tasto “RESET”, nell’interesse di tutti, nell’interesse della Democrazia.

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