domenica 5 ottobre 2008

I vertici Pdl campano nel registro degli indagati


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da "Repubblica - Ed. Napoli" del 3 ottobre 2008
pagina 5
sezione: NAPOLI

Esplode il caso Pdl. Tre coordinatori di partito, indagati o imputati. Tutti con un unico denominatore: le ombre che dalle inchieste del pool antimafia si allungano fino a loro. Intanto l' inchiesta "Spartacus 3" getta squarci inquietanti anche su presunti legami tra camorra e personaggi del Pd, dal consigliere regionale Nicola Caputo (che ha già respinto qualunque contatto) ai familiari dell' avvocato Mario Natale, arrestato l' altra notte come intestatario di molti beni riconducibili alla cosca. Il nipote, Massimiliano Natale, si è dimesso ieri dalla carica di assessore alla Polizia municipale di Santa Maria Capua Vetere. Risulta ormai iscritto nel registro degli indagati il sottosegretario all' Economia, nonché responsabile di Forza Italia in Campania, Nicola Cosentino. Sulla scorta di alcune dichiarazioni del pentito dei casalesi, Gaetano Vassallo, per Cosentino si formulano le ipotesi di reato di concussione e di corruzione aggravata dall' articolo 7, quello che si riferisce al presunto favoreggiamento di personaggi legati alla criminalità organizzata. è iscritto nel registro degli indagati anche il coordinatore cittadino di Fi, Luigi Cesaro: come Cosentino, viene anch' egli tirato in ballo dalle dichiarazioni di Vassallo. Mentre Mario Landolfi, il coordinatore regionale di An, già ministro delle Comunicazioni, è chiamato a comparire come imputato dinanzi al giudice per l' udienza preliminare Enrico Campoli, nello stesso procedimento che ha coinvolto i fratelli Orsi, Sergio e Michele (quest' ultimo ucciso nell' agguato di stampo mafioso avvenuto il 2 giugno a Casal di Principe). Per Landolfi si ipotizza il reato di concorso in corruzione e truffa, aggravati dal favoreggiamento camorristico: una vicenda che riguarda la gestione del consorzio Eco4, che curava lo smaltimento dei rifiuti in parte dell' agro aversano e lungo il litorale casertano. Il gup Enrico Campoli ha fissato la prossima udienza per il 24 ottobre. Ma tutti e tre gli esponenti politici di spicco si sono più volte dichiarati estranei alle vicende, «confidando in una veloce e serena verifica» da parte della magistratura. I pm antimafia vanno avanti, il premier Berlusconi blinda i suoi rappresentanti, opponendo alle ipotesi dei magistrati la sua riflessione: «Gli interessati mi dicono che sono estranei alle vicende. Queste accuse non hanno a che fare con la realtà, ma con la sfera politica». Un commento analogo lo affida il ministro Roberto Maroni: «Se uno è condannato in via definitiva deve andare in galera, ma prima c' è il principio costituzionale della presunzione d' innocenza. Chi indaga vada fino in fondo e rapidamente». Solo 48 ore fa, a margine della difesa d' ufficio del premier a Napoli, il sottosegretario Cosentino aveva ribadito con forza: «Continuo a essere vittima di una vergognosa campagna mediatica, che tende ad avvalorare episodi privi di alcun oggettivo fondamento. A scanso di ulteriori equivoci ribadisco di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia. La mia storia personale e politica è stata sempre rispettosa delle istituzioni e dello Stato. Se c' era un fronte con il quale schierarsi è sempre stato quello della legalità». (co.sa) - CONCHITA SANNINO

1 commento:

alessandro ha detto...

Dalla gestione del blog si intravede una "leggera"avversione" verso il presidente del consiglio o se vuoi, "partigianeria" verso il PD.
Se è vero, com'è vero quello che stà emergendo nei confronti dei vertici regionali del Pdl, tutto questo rappresenta una cosa estremamente vergognosa.
Ma parimenti, cosa ne pensi del processo a Bassolino per la vicenda rifiuti? Tutti i quotidiani hanno riportato che il governatore è nullatenente, non un bene, ne mobile, ne immobili, e sic!!, nemmeno un conto corrente. Ma come fa questo poverino a fine mese a ricevere i suoi lauti compensi? Per caso passa alla ragioneria regionale facendosi pagare in contanti?
E se invece, precauzionalmente, si sarebbe spogliato di tutte le sue ricchezze per evitare ipotetici, futuri sequestri di beni, in caso di condanna?
Sindaco, sia meno partigiano.
sempre con stima
Alessandro Covino